Dal recupero del territorio all’inclusione sociale: azioni, risultati e nuove prospettive dal Progetto Terra Madre 2.0

132 persone prese in carico, 8 corsi di formazione attivati, 2 nuovi rami di impresa agricola aperti, 74 persone coinvolte in percorsi di formazione e altre 89 in percorsi di orientamento, 60 percorsi di inclusione socio-lavorativa e 12 bonus assunzioni.


Questi sono in sintesi i risultati del Progetto Terra Madre 2.0, un progetto di agricoltura sociale che ha usato gli strumenti del P.S.R. e del F.S.E. affinché le aziende agricole liguri in rete potessero formare e inserire persone svantaggiate (migranti, area grigia, persone con dipendenze e disagio psichico) per il rispristino di aree agricole dismesse al fine di renderle produttive, e con le economie generate consentire la stabilizzazione lavorativa delle persone coinvolte.


Iniziato prima del 2020 grazie ad un finanziamento della Regione Liguria sul POR FSE e successivamente sostenuto dalla misura 16.9 del PSR della Regione Liguria, Terra Madre è un progetto di cura – cura delle persone e cura del fragilissimo territorio ligure – ideato e coordinato dalla Comunità San Benedetto al Porto.


“Se è vero che l’agricoltura offre spazi di inclusione sociale, accoglienza e formazione per le persone fragili, è altrettanto vero che le aziende agricole liguri faticano a lavorare in un territorio così complesso – dichiara Marco Malfatto, presidente della Comunità di San Benedetto al Porto e coordinatore del progetto – È vero anche che cresce l’attenzione dei cittadini verso produzioni agricole che siano etiche, sociali e sostenibili. Oggi con l’evento conclusivo del progetto intendiamo non solo presentare i risultati delle attività che abbiamo realizzato insieme a tutti i partner di progetto, ma anche cogliere l’occasione per riflettere e ragionare insieme sulle prospettive e il futuro dell’agricoltura sociale in Liguria”.


“Presentiamo oggi molto più di un report su un progetto sostenuto dalla misura 16.9 del Programma di Sviluppo Rurale Liguria – dice il vicepresidente della Regione Liguria con delega all’Agricoltura Alessandro Piana – Il progetto Terra Madre 2.0 parla attraverso un connubio, piuttosto che tramite i dati: quello tra cura del territorio e inclusione. Un circuito virtuoso che parte dalla ruralità e dalla diversificazione dei servizi delle aziende agricole, che stanno via via acquisendo un ruolo baricentrico nella società civile e nel terzo settore, oltre che come indispensabile presidio ambientale e vessillo delle nostre tradizioni agroalimentari di altissima qualità. Sono soddisfatto dell’elevata partecipazione e della disponibilità delle aziende, a cui va un ringraziamento particolare. Eventi di divulgazione e confronto come questo, presso Regione Liguria, mirano a sensibilizzare l’attenzione verso un’agricoltura sempre più etica e sostenibile”.


Il progetto vede tra i suoi partner 10 aziende agricole del genovesato e 5 partner sociali. Grazie agli strumenti del P.S.R. (e del F.S.E.) ha operato affinché la rete di aziende agricole potesse formare e inserire persone svantaggiate per il ripristino di aree agricole dismesse al fine di renderle produttive.


In questi anni di attività, Terra Madre 2.0 è riuscito a prendere in carico 132 persone, organizzare 8 corsi di formazione, costituire due nuovi rami di impresa agricola, coinvolgere 74 persone in percorsi di formazione e altre 89 in percorsi di orientamento, dare avvio a 60 percorsi di inclusione socio-lavorativa, e ha erogato 12 bonus assunzioni.


Oggi, con la conclusione del progetto sostenuto dalla misura 16.9 del PSR della Regione Liguria, presenta i risultati delle sue attività e lo fa con uno sguardo prospettico sul presente e futuro dell’agricoltura sociale in Liguria.


L’agricoltura sociale si posiziona in uno spazio ibrido, dove i linguaggi, le prospettive e gli approcci talvolta non sembrano allineati. In realtà, il progetto dimostra nei fatti che le culture e le economie agricole e sociali sanno influenzarsi e potenziarsi vicendevolmente. Per questo il convegno lancia la proposta di costituzione di un tavolo tecnico regionale che sappia dare stimolo, iniziativa e organicità ad un ambito di intervento così complesso ma con un enorme potenziale.